Pessimismo, ottimismo o pensiero positivo?

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Si è soliti ritenere che un leader debba possedere una sana dose di ottimismo, per dare ai propri collaboratori e a tutti coloro che gli sono accanto una speranza di buona riuscita, soprattutto nei momenti più critici.

A nessuno, d’altronde, piace circondarsi di persone pessimiste, che vedono montagne insormontabili al posto degli scogli, che riescono ad essere negative anche dove ci sono tutte le condizioni favorevoli e che pensano che le cose andranno sempre nel peggiore dei modi possibili.

Ma cos’è l’ottimismo? E poi, siamo proprio sicuri che sia una componente caratteriale fondamentale per affrontare le avversità?

L’ottimismo è quell’atteggiamento che tende a voler cercare la positività a tutti costi anche nelle situazioni oggettivamente negative. L’ottimista infatti vede tutto rosa, è convinto che le cose si risolveranno sempre per il meglio e mantiene un atteggiamento sereno quando il mondo che lo circonda è nel panico, pronunciando frasi quali: “Tranquilli, tutto si sistemerà”, oppure “Non ti preoccupare, vedrai che ne veniamo fuori”.

Ma voi vi affidereste veramente ad una persona così? Riuscirebbe a tranquillizzarvi e a trasferirvi quella sensazione di fiducia, fondamentale per lasciarsi guidare “nel mare in tempesta”?

A mio avviso non c’è nessuna differenza tra un ottimista e un pessimista: entrambi osservano la realtà da un punto di vista emotivo, senza cogliere in modo oggettivo le minacce o le opportunità che questa presenta.

Una leadership efficace oggi si manifesta attraverso il pensiero positivo, ovvero la consapevolezza che le situazioni miglioreranno e si risolveranno solo se “si farà qualcosa per farle cambiare, profondendo il massimo impegno”.

Il pensiero positivo si basa quindi sulla capacità di:

  • analizzare in modo razionale e oggettivo la realtà, basandosi su dati, numeri e informazioni e cercando di limitare al minimo ogni considerazione emotiva (il bicchiere non è né mezzo pieno, né mezzo vuoto; contiene liquido per il 50% della sua capienza!)
  • agire, definendo le azioni più efficaci per affrontare i problemi e un sistema di monitoraggio per verificare l’efficacia di queste;
  • mantenere un atteggiamento fiducioso sulla buona riuscita dell’iniziativa, indispensabile per superare con il giusto livello di motivazione gli ostacoli sui quali ci si imbatterà durante il percorso.

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